martedì 28 agosto 2012

Le [Cosmo review] e i cosmetici eco-bio


 
Dal momento che non si vive di sola carta, accanto alle recensioni librarie proverò a proporvi anche quelle di cosmetici o di alimenti naturali o di prodotti erboristici, sperando così di suggerire la vostra prossima lettura o il vostro prossimo acquisto. Le mie [Cosmo review] saranno accomunate dal fatto di trattare solo prodotti eco-bio (o almeno eco).
Ma cosa si intende esattamente per cosmetici eco-bio? È ormai da qualche anno che se ne parla diffusamente sul web e il termine si sta diffondendo sempre più. Regna però ancora una certa confusione su cosa sia esattamente un cosmetico eco-bio e spesso il termine viene usato, per ignoranza o per furbizia, a sproposito.
Tecnicamente parlando, un cosmetico per essere definito eco-bio deve essere ecologico e biologico.

Un cosmetico si può definire biologico, o più brevemente bio, quando una parte degli ingredienti che lo compone proviene da agricoltura biologica o biodinamica. L’uso di definire semplicemente “bio” tutti i cosmetici naturali è quindi sbagliato, a meno che questi non contengano effettivamente ingredienti da agricoltura biologica. Attenzione però: negli ultimi anni alcune case cosmetiche di prodotti finto-naturali hanno inserito estratti biologici all’interno di creme e detergenti di formulazione tradizionale e quindi poco ecologica. Ovviamente la presenza di attivi bio è ben segnalata in etichetta e il consumatore distratto, spesso se alle prime armi, può facilmente incorrere in errori. Sempre meglio controllare l’INCI (cioè l’elenco degli ingredienti presente obbligatoriamente in etichetta) o verificare la presenza di una delle certificazioni della cosmesi ecobio (ICEA/AIAB, BDIH, Natrue, Ecocert, ecc.).

Definire cosa sia un cosmetico ecologico è più difficile. Siamo stati abituati per decenni a vedere prodotti finto-naturali non solo sugli scaffali di supermercati, profumerie e farmacie, ma anche di erboristerie o negozi biologici. La parola d’ordine è quindi: controllare sempre gli INCI.
Un cosmetico può dirsi ecologico quando contiene solo ingredienti naturali o, se di sintesi, facilmente biodegradabili, privi di sostanze eccessivamente inquinanti e di derivati del petrolio. Questa prima descrizione potrà sembrarvi esauriente o troppo vaga: come fa il consumatore a orientarsi in questa apparente Babele se non è un chimico? Il Biodizionario è un ottimo punto di partenza: si tratta del frutto del lavoro di un chimico e formulatore eco-oriented che ha fatto una classificazione delle più usate sostanze cosmetiche. I suoi “bollini” sono famosissimi sul web e costituiscono un’ottima base di partenza per analizzare un prodotto, a patto di conoscerne l’elenco ingredienti completo. Suggerisco solo un’avvertenza: spesso Zago considera a pallino rosso alcuni ingredienti vegetali perché potenzialmente allergizzanti. Se non siete però ipersensibili, a mio avviso, potete tranquillamente ignorare quelle avvertenze.
Se però non avete la possibilità di controllare l’INCI da casa, è opportuno imparare almeno quali sono le sostanze più inquinanti e/o controverse che vengono bocciate dai vari disciplinari per la cosmesi ecologica:

-          derivati del petrolio (nome INCI: Petrolatum, Paraffinum liquidum, Mineral oil): tendono a formare un film occlusivo sulla pelle e sono poco biodegradabili;
-          siliconi (dimethicone, cyclopentasiloxane e simili ingredienti che finiscono in –one o –xane), che migliorano la texture del prodotto, ma possono avere effetto disidratante sulla pelle;
-          tensioattivi etossilati (es. Sodium Laureth Sulphate e tutti quelli con desinenza –eth): origine petrolifera e prodotto finale spesso poco delicato;
-          PEG e PPG: hanno origine petrolifera e possono stimolare la produzione di diossano;
-          Conservanti troppo aggressivi e/o a rischio di rilascio di sostanze tossiche: Triclosan, sodium hydroxymethyl glycinate, imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, BHA, BHT, parabeni, ecc.
-          EDTA: sequestranti molto inquinanti e particolarmente tossici per pesci e organismi acquatici.

La lista sarebbe ancora più lunga e richiederebbe più spazio per spiegare caratteristiche e rischi di questi ingredienti: se volete maggiori informazioni, potete iniziare a consultare i forum del Biodizionario e di Saicosatispalmi e, nel dubbio, a preferire cosmetici eco biologici certificati.

A presto con le reviews!

venerdì 17 agosto 2012

[Book review] Giuseppe Ferraro, Il manuale dell’argilla. Nuova edizione aggiornata, Macro edizioni


Tra i classici delle terapie non convenzionali e della cosmesi naturale, l’argilla occupa un posto di primissimo piano. Forse oggi è un po’ meno di moda di qualche anno fa, scalzata dai trend continui che anche l’industria del naturale ci propone (e impone), ma si tratta certamente di una risorsa molto interessante. Così, desideroso di apprendere di più sui suoi molteplici usi, ho acquistato questo libro:



Giuseppe Ferraro, Il manuale dell’argilla. Nuova edizione aggiornata, Macro edizioni, Cesena 2011, 126 pp., 7,90 euro

L’autore è Giuseppe Ferraro, che a qualcuno di voi sarà probabilmente noto perché è il fondatore di Argital, una delle aziende europee più importanti (e valide) che si occupano dell’estrazione e della lavorazione dell’argilla, nonché della produzione di cosmetici eco-biologici.
Il testo è l’edizione rivista di un libro uscito già nel 1987 (autore, titolo ed editore invariati), che, come spiega lo stesso Ferraro, è stato aggiornato per rispondere a esigenze più moderne, sostituendo termini troppo tecnici, insistendo sull’uso cosmetico dell’argilla e rivedendo qualche paragrafo. Se vi è già capitata tra le mani quell’edizione, probabilmente non troverete necessario procurarvi anche questa.
Il libro è un agile volumetto di un centinaio di pagine, di cui quasi la metà sono dedicate a ricette di maschere, bagni e preparati o a consigli per l’assunzione dell’argilla in forma orale. È quindi una lettura molto agile e veloce, oltre che piacevole. Si tratta di un’introduzione a tutto tondo al mondo dell’argilla (verde), che spazia dai cenni storici, a un’ampia e interessante descrizione dell’argilla, dei suoi diversi tipi e delle sue caratteristiche. In questi passaggi, Ferraro si sofferma sia sulla composizione chimica dell’argilla, sia sul suo rapporto con le “forze della natura” (avvicinandosi all’antroposofia), per poi lasciare via libera a ricette e consigli, che descrivono nel dettaglio – e in maniera un po’ ripetitiva – i diversi possibili usi di questo rimedio. Si tratta di una parte molto utile, soprattutto per uscire dai luoghi comuni che vogliono l’argilla come adatta solo per le maschere per pelle grassa e acneica, ma che rischia di far apparire l’argilla come una panacea in grado di guarire (quasi) ogni male.

Consigliato a esperti: sì
Consigliato a neofiti: sì

mercoledì 1 agosto 2012

[Book review] Renato Tittarelli, Aromaterapia olistica, Quantic publishing


L’avevo già anticipato nel mio post di presentazione ed è chiaro fin dal nome che ho scelto per il blog: Fogli & Foglie si occupa di natura e di benessere, ma anche di libri e di editoria. E siccome amo molto gli oli essenziali, partiremo in questo viaggio da un testo di aromaterapia.

Renato Tittarelli, Aromaterapia olistica, Quantic publishing, s.i.l. 2011, 251 pp., 16 euro

L’autore è Renato Tittarelli, docente di aromatologia, massaggio e altri corsi fondati sul benessere (yoga, alchimia, numerologia) e fondatore di alcune scuole dedicate proprio all’insegnamento di queste discipline bio-naturali. Aromaterapia olistica è un bel libro, di facile lettura e rapida consultazione e interessante sia per chi si approccia per la prima volta all’aromaterapia, sia per chi ha già esperienza (e letture) in merito. Se devo individuare qualche difetto, segnalo la non eccelsa cura redazionale e qualche “deriva new age” che personalmente non apprezzo troppo. Si tratta però di piccole osservazioni, a fronte di un testo che ho apprezzato e consiglio.
Il libro si apre con un excursus sull’uso degli oli essenziali in varie epoche; i metodi di estrazione delle essenze e i criteri di qualità, la distinzione tra oli di base, di cuore e di testa. Tittarelli presenta quindi diverse famiglie botaniche e si sofferma sul rapporto tra olfatto, corpo e spirito.
Dal quarto in poi, Tittarelli alterna capitoli dedicati in maniera specifica alle diverse categorie di oli essenziali (di testa, di cuore e di base) e al loro uso. Nei primi vengono esaminati dieci oli essenziali per tipo (o, meglio, nota), grazie a schede tecniche abbastanza ampie (2-4pp.) in cui sono presenti indicazioni sulla pianta e il suo uso nella storia, modalità di estrazione, nonché composizione chimica, proprietà, indicazioni d’uso e avvertenze. Sono schede utili e ben congegnato e mi è anche piaciuta la scelta di alternare i capitoli sugli oli essenziali ad altri, in modo da evitare elenchi di schede che rischiano di diventare troppo lunghi e noiosi. Gli altri capitoli sono dedicati alla “prevenzione aromaterapica” - una sorta di compendio di naturopatia olistica centrato su 12 regole per il vivere sano e alcune considerazioni sul rapporto con l’Ayurveda, la Medicina Tradizionale Cinese e l’Antroposofia -, al “massaggio aroma terapico” - affrontato in chiave teorica e con l’ausilio di alcune (brevi) schede sugli oli vegetali di base - e infine un “Prontuario aromaterapeutico” - che comprende alcune schede con rimedi di pronto intervento e una presentazione delle tecniche di aromaterapia sottile, corredata da una veloce presentazione dei principali oli essenziali usati e del loro rapporto con le energie sottili e i chakra.
Proprio questa molteplicità di aspetti trattati, che strizza l’occhio alle medicine tradizionali, alla naturopatia, alle tecniche vibrazionali e al massaggio, fa sì che il titolo Aromaterapia olistica (dal greco όλος, cioè "la totalità") renda onore al contenuto del libro che, appunto, non si limita a presentare una carrellata di oli essenziali, ma aiuta a osservarli da molteplici punti di vista.

Consigliato a esperti: sì
Consigliato a neofiti: sì